Il Sistema Educativo in Afghanistan |
storia e situazione attuale
Nonostante
l'ambiziosa politica educativa durante il regno di re Zahir Shah,
con cui si riuscì a garantire l'accesso alle scuole primarie a
metà della popolazione, a sviluppare un sistema educativo
secondario efficiente in tutte le province del paese e offrire dei
corsi di laurea sempre più sofisticati, a partire dal periodo
dell'occupazione sovietica del 1979 (quando gli insegnanti furono
uno degli obbiettivi principali della resistenza antisovietica),
il sistema educativo afgano è entrato in uno stato di collasso
generale. Ricostruirlo costituisce una delle priorità del paese.
Come per il settore sanitario gli indicatori del sistema educativo
in Afghanistan sono tra i più bassi del mondo con uno tra i
massimi gap tra l'accesso all'istruzione della popolazione
maschile e quella femminile e una marcata disparità tra la zone
urbane e rurali.
Le strutture scolastiche sono state negli anni pesantemente
distrutte. Si calcola che esistano 4.4 milioni di bambini in età
scolare. Circa 1.5 milioni di essi ha ripreso la scuola alla data
del 21 marzo 2002, giorno di apertura ufficiale dell'anno
scolastico, secondo il calendario afgano.
Nel 1999 l'accesso all'istruzione elementare
risultava riservato al 38% dei ragazzi e al 3% delle ragazze con
un tasso di drop-out del 57% 1.
Delle 3.600 scuole stimate più di un terzo sono state in passato
supportate da organizzazioni non governative (NGO). (Si calcola
che sui 4.4 milioni di bambini in età scolare una percentuale del
7-8% abbia beneficiato di programmi educativi promossi e
finanziati da NGO soprattutto nelle zone rurali) .
L'educazione superiore manca di strutture adeguate. L'Università
di Kabul fu tra gli anni '60 e '70 una delle maggiori della
regione, per divenire in seguito uno dei target preferiti delle
azioni distruttive. Negli ultimi anni è rimasta quasi sempre
chiusa a causa dei conflitti in atto nel paese. La maggioranza del
corpo docenti ha già da tempo abbandonato l'Afghanistan. Gli
edifici devono essere quasi interamente riabilitati se non
costruiti ex-novo. Biblioteche e aule necessitano di un completo
equipaggiamento.
I dati dell'accesso
all'istruzione secondaria risultano incredibilmente bassi anche a
causa della limitata capacità del sistema di produrre insegnanti
sufficientemente preparati.
Tra i motivi che hanno impedito (e rischiano di continuare ad
impedire) la scolarizzazione di migliaia di bambini va annoverata
infatti, a fianco dei continui conflitti e della presenza delle
mine, anche una effettiva mancanza di insegnanti: già nel 1998 si
calcolava che l'85% dei docenti fosse stata uccisa o avesse
lasciato il paese. Gli stipendi sono molto bassi e pagati solo
saltuariamente. Questa situazione comporta per molti la necessità
di un secondo lavoro (che va ulteriormente a detrimento della
possibilità di formazione) e la scarsa propensione
all'insegnamento da parte soprattutto dei pochi giovani laureati
ancora presenti nel paese. Le donne ufficialmente bandite
dall'insegnamento dal regime talebano nella maggioranza dei casi
non sono state rimpiazzate. Mediamente ogni insegnante segue da 33
a 42 alunni. Dei 21.000 insegnanti operanti in scuole governative
e informali solo il 12% è costituito da donne. La maggior parte di
esse, scacciata dal ruolo in seguito ai provvedimenti del'97, ha
operato negli ultimi anni in quelle home-based schools non
ufficiali che sono riuscite a resistere alle milizie talebane
anche grazie al supporto delle NGO. Il 22% degli
insegnanti ha seguito solo 9 anni di scuola e solo la metà degli
insegnanti ha terminato il dodicesimo grado, quello minimo per la
qualifica ufficiale. Alcuni sono stati formati grazie a brevi
training organizzati dalle NGO e dalle agenzie internazionali che
durante questi anni hanno continuato ad operare nel paese
soprattutto supportando scuole informali.
Laddove non è disponibile, un corpo docenti con una buona
formazione, diventa indispensabile l'uso di validi testi
scolastici, la formazione on the job, quella a distanza e
soprattutto la realizzazione di una anagrafe degli studenti,
insegnanti e strutture scolastiche esistenti e del loro grado di
praticabilità. In Afghanistan manca un'infrastruttura
amministrativa capace di monitorare i bisogni, pianificare le
attività nonché supervisionare la professionalità degli
insegnanti.
In seguito al decreto imposto nel
1997 dai Talebani con cui veniva bandita la presenza femminile dal
sistema educativo, le scuole per ragazze nelle regioni sotto il
loro controllo sono state chiuse con una conseguente riduzione
della percentuale di accesso all'educazione elementare dal 34% nel
1990 al 7% nel 1999 2. Attualmente le scuole per
ragazze rappresentano solo il 14.9% delle scuole esistenti, la
quasi totalità delle quali viene supportata finanziariamente dalle
NGO. Le ore di scuola giornaliere previste per
ogni classe oscillano tra le 3 e le 4. La presenza dei docenti, a
causa dell'irregolare pagamento degli stipendi, è spesso
sporadica. Cronica la mancanza di materiale scolastico basilare.
A questo si aggiunga che nei periodi in cui il tasso di
scolarizzazione appariva in aumento, la qualità dell'istruzione
fornita nelle scuole rimaneva molto bassa: l'insegnamento era
centrato sull'apprendimento mnemonico, basato sul nozionismo più
che sull'analisi critica e su una vera comprensione degli
argomenti trattati dagli insegnanti. Gli studenti erano passivi e
disattenti. Considerati come meri destinatari di conoscenza si
avviavano a diventare dei veri e propri "analfabeti scolarizzati"
3. In conseguenza a questo stato di
cose si calcola che il tasso di alfabetizzazione in Afghanistan si
aggiri sul 31%. Il tasso di abbandono scolastico degli studenti
delle classi elementari è dell'80% 4.
1. Il dato si riferisce ad un campione di popolazione in età
scolare (dai 6 ai 16 anni) stimata in 4.075.000.
2. Questo dato si riferisce ad un campione di popolazione
scolastica (dai 6 ai 16 anni) stimata in 2.975.000.
3. "Education in the doldrums-Afghan tragedy" di Dr. S.B. Ekanayke.
4. In Pakistan è del 60%, mentre in Sri Lanka solo del 2%. Ibidem.
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